1° tratto. Gardola – Santuario Monte Castello di Tignale – Centro Visitatori Parco (Segnavia N. 266)
Gardola è la frazione capoluogo del comune di Tignale. Per raggiungere il Santuario si percorre per un primo tratto la strada diretta che conduce a Prabione (ma, con un piccolo sforzo in più è consigliata la deviazione a Olzano, piacevole borgo posto appena sopra il centro capoluogo). La strada che incrociamo e che ci indica il percorso verso il santuario è ripida e intervallata dalle cappelle della via Crucis . Dopo la visita all’antica chiesa, che si erge su una sporgenza del monte e che presenta particolarità architettoniche ed artistiche interessanti, per proseguire è necessario passare sotto il porticato della moderna costruzione realizzata sul retro, adibita a centro di accoglienza per chi pratica gli esercizi spirituali. Da qui si prende la mulattiera, panoramicissima, che conduce alla cima, scavata in parte nella roccia e intervallata da numerose nicchie e gallerie, testimonianza delle fortificazioni realizzate all’epoca della prima guerra mondiale (il confine austriaco si trovava a poca distanza, e questo era un punto strategico per controllare i movimenti sul lago). Raggiunta la sommità del monte Cas, su cui campeggia una croce in struttura metallica (Q. 779 s.l.m.), si prosegue costeggiando la cresta su un percorso che sovrasta la parete rocciosa a picco sul lago; bellissime anche le vedute sul monte Baldo, con le cime e canaloni di origine glaciale che si stagliano davanti a noi. Giunti a uno spiazzo posto all’estremità nord-est della cima, si prende subito dopo il sentiero gradinato che scende in diagonale lungo il costone, fino ad attraversare una vasta pietraia, tornando poi verso l’interno fino a raggiungere il vivaio dell’Ente Regionale delle Foreste ed il limitrofo Centro Visitatori del Parco alto Garda Bresciano, posto ai margini della frazione Prabione (Q.500 circa, h. 0,30 – tot. h. 1,30).
2° tratto. Prabione – Campione – Pregasio (Segnavia N. 266 – 110)
Dal Centro visitatori del Parco, si scende lungo lo stradello che punta in direzione del lago. L’altipiano di Tremosine si stende a poche centinaia di metri davanti a noi, ma per raggiungerlo occorre discendere la profondissima forra scavata dal torrente S. Michele, che nella parte sottostante prende il nome della località presso la quale sfocia nel lago. Campione, villaggio di origine industriale, si raggiunge percorrendo un tracciato, in parte scavato nella roccia, che si cala nel profondo “canyon” originato dal moto tumultuoso delle acque, offrendo angoli di grande suggestione. Sorto quale paese-fabbrica, si è recentemente ristrutturato, convertendosi per l’attività turistica improntata sugli sport acquatici, surf e vela soprattutto, poiché la zona è interessata da venti freschi e costanti tutto l’anno. Dopo la passeggiata sul lungolago e, nella stagione estiva, approfittando di un bel bagno ristoratore, siamo pronti per proseguire. Tornando sui nostri passi, risaliamo la forra raggiungendo una passerella che ci permette di attraversare l’orrido per raggiungere il versante di Tremosine (scendendo da Prabione, per chi volesse evitare la discesa a Campione, basta prendere direttamente il sentiero che si incrocia a sinistra in corrispondenza del fondo valle). Il percorso all’interno della forra era, fino a pochi decenni orsono, un passaggio obbligato per gli operai che scendevano alla fabbrica in riva al lago dai paesini soprastanti. E’ ripido e faticoso e probabilmente all’epoca veniva utilizzato con ben altro spirito; percorrerlo adesso, liberi da imposizioni, regala un’emozione diversa, che è vivamente consigliata a chi ama praticare l’escursionismo. La macchia di lecci, che contorna il sentiero nei lati più impervi, lascia più in alto il posto agli uliveti ed orti distesi sui terrazzamenti che anticipano il piccolo centro di Pregasio, che si raggiunge nei pressi della chiesetta.
La frazione offre possibilità di ristoro e pernottamento (Q. 477 s.l.m.; h. 0,50 da Prabione -senza la deviazione a Campione – con la discesa a Campione e la risalita tot. h. 1,30.
3° tratto. Pregasio – bocca Nevese – Priezzo (Segnavia N. 110)
Al limite ovest del paese di Pregasio, dalla strada principale si stacca uno stradello, con fondo in battuto di calcestruzzo, diretto perso l’entroterra. Percorrendolo, ci si alza di quota allontanandosi dal lago ed entrando in una zona collinare con ampi campi ondulati, completamente differente rispetto ai territori percorsi sin qui. Questo ambiente a pascolo ha permesso lo sviluppo di una fiorente attività di allevamento dei bovini, e un’industria casearia ormai affermata, che coinvolge tutta la zona, da qui, fino ai pascoli delle alte montagne che si ergono alle spalle di questa zona collinare. Superata, dopo una quarantina di minuti di cammino, la bocchetta di Nevese (Q. 750), si scende sull’altro versante con vista sulla valle di Bondo e sui numerosi insediamenti residenziali che la precedono. Procedendo verso nord, dopo poco più di un chilometro, giunti a un bivio, si tiene la destra per Secastello e da qui, in sequenza, si toccano le altre frazioni di Sompriezzo (bello il panorama dalla zona della fontana), Musio (un gioiello, con le sue case in pietra ben ristrutturate), ed infine Priezzo, posto sulla strada provinciale (Q. 431 s.l.m. – h. 1,30 da Pregasio).
4° tratto. Priezzo – Voltino (segnavia N. 110)
Attraversate le poche case di Priezzo, si prende la strada in discesa che porta a una vecchia “santella”, posta su un incrocio al quale dobbiamo seguire la strada a sinistra, che scende verso il fondo valle. Ai lati della stessa notiamo la presenza di curiosi massi arrotondati, di natura granitica, trasportati qui dal ghiacciaio che in epoca quaternaria ricopriva per intero il lago di Garda. Giunti alla località Ponti, dove alcune vecchie case presentano i contorni realizzati proprio da queste pietre, proseguiamo sotto il portico di una di queste per salire sull’altro versante. L’ambiente è fresco e rilassante; un’altra “santella” ci indica la direzione per proseguire il cammino, che poco più avanti rientra nel bosco emergendo allo scoperto in corrispondenza di alcune villette e di una strada carreggiabile secondaria (via de la Comar). All’altezza di una terza “santella”, deviamo a destra, verso la “Pozza del Gas”, piccolo invaso ad uso idroelettrico. Aggirato il bacino, continuiamo in direzione nord-est su un tratto pianeggiante che attraversa un bel bosco, sbucando all’improvviso allo scoperto in prossimità di uno spiazzo che si sporge sul lago. Abbandonato il sentiero per raggiungerlo, possiamo ammirare un panorama da mozzare il fiato: sotto, a perpendicolo, le acque blu intenso del lago si mostrano 500 metri più in basso. Di fronte, i golfi e le isole di Malcesine, placidamente distese, contrastano con le severe pareti del monte Baldo, mentre, verso sud, l’ampia distesa del Garda si dissolve all’orizzonte, come perduta in spazi marini. Il posto, lo noteremo proseguendo il cammino, è separato da una profondissima fenditura dalla parete a monte; più in avanti la mulattiera riprende a salire e in breve ci porta sulla via asfaltata, presso la località Mure. Voltino è ormai prossima, ma prima di raggiungerla vale la pena scendere per poche decine di metri lungo la strada provinciale, fino al bivio che segnala la località Ustecchio. Qui si erge un’altra “santella” affrescata, che riporta, sulla parete a nord, una lapide di epoca romana, testimonianza che questo era luogo di passaggio fin dall’antichità.
Nei pressi vi è la fermata degli autobus di linea. Il paese di Voltino può comunque offrire alloggio e ristoro presso uno dei suoi numerosi esercizi alberghieri (q. 559 s.l.m.; h. 1,30 – tot. h. 5,50 da Prabione).
Copyright © Franco Ghitti